Il presente articolo ha lo scopo di approfondire le basi neurofisiologiche ad estensione dell’utilizzo delle vibrazioni funzionali ad aria in ambito di terapia del dolore, a supporto terapeutico nella riduzione del dolore durante una terapia riabilitativa, al fine di migliore la tollerabilità, e quindi la compliance del paziente.

Il lavoro è stato condotto attraverso una chiave di ricerca anatomica-funzionale, andando ad analizzare i target delle vibrazioni, intesi come le unità recettoriali in grado di rispondere allo stimolo vibratorio, le vie sensoriali afferenti ed efferenti, la soglia del dolore, i neurotrasmettitori ed i neuro-ormoni coinvolti.

A seguito della stimolazione vibratoria l’organismo mette in atto più di un meccanismo, che origina sia dall’azione del gate spinale, che a livelli più alti del sistema nervoso centrale, a conferma della caratteristica FUNZIONALE delle vibrazioni, in grado di indurre risposte adattive nel sistema neuro-motorio.

L’effetto analgesico delle vibrazioni funzionali ad aria è conosciuto per lo più come effetto diretto della teoria del cancello attraverso l’attivazione delle fibre Aβ applicato nella zona dolente, ma l’analisi condotta dai ricercatori mostra meccanismi più complessi, che aprono ad ulteriori opportunità terapeutiche.

In realtà, anche quando l’applicazione della vibrazione è controlaterale alla zona dolente o su dermatomi attigui, anche le vibrazioni a bassa frequenza inducono un effetto analgesico, con l’attivazione dei meccanorecettori di tipo C, ma in questo caso non c’è il coinvolgimento del meccanismo a cancello, ma l’attivazione del sistema limbico. Questo sistema risulta meno potente, ma potrebbe essere utilizzato in integrazione per ridurre l’ansia dei pazienti.

Chi utilizza le vibrazioni in riabilitazione conosce il ruolo della frequenza con cui queste vengono applicate, perché differenti frequenze inducono attività in diverse aree corticali e cerebellari.

Ad alte frequenze è noto l’effetto di illusione kinesiologica, quindi di movimenti cinestetici illusori molto simili a quelli attivati durante i movimenti effettivi. Questo può essere correlato a cambiamenti corticali plastici che invertono provvisoriamente la disorganizzazione disadattiva correlata al dolore. Questo legame è di grande interesse, ed è testimoniato dalla recente pubblicazione di una metodologia, la Standardized Kinesthetic Illusion Procedure (SKIP), per favorire l’uso delle illusioni indotte dalla vibrazione localizzata in contesti di riabilitazione clinica.

Indagando anche dal punto di vista biochimico, inoltre, si osserva come le vibrazioni siano in grado di stimolare il rilascio di ossitocina, neuropeptide che agisce nel sistema nervoso centrale e periferico con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, regolando le risposte immunitarie e antinfiammatorie e concorrendo al sollievo dal sintomo doloroso.

Parimenti le vibrazioni ad alta frequenza sono in grado di ridurre le concentrazioni di cortisolo, anch’esso coinvolto in quadri clinici di dolore cronico.

Per pazienti con uno specifico inquadramento clinico, inoltre, sembra che la soglia di percezione del dolore sia regolata attraverso un meccanismo diverso dalla teoria del controllo a cancello.

Considerando che l’area cerebellare include anche attività non-motorie come l’attenzione, l’emozione, ed il DOLORE, l’aumento delle sue attività indotte dalle vibrazioni, può spiegare una partecipazione attiva di tali aree nella modulazione del dolore.

Nel presente lavoro si è confermato anche che la strategia di posizionamento della vibrazione è fondamentale nell’intensità della risposta indotta dalla vibrazione misurata come capacità di interferire con i meccanismi cortico-spinali. In questa ottica i fattori discriminanti del sito di applicazione sono: dermatoma/extra-dermatoma, distale/prossimale, peloso/glabro, parte più/meno densamente innervata.

Sebbene molti aspetti della riduzione del dolore indotto dalle vibrazioni meritino studi di base e traslazionali più approfonditi, ci sono valide ragioni neurofisiologiche per inserirle nell’armamentario terapeutico del controllo del dolore.

Pubblicato il: 5 Luglio 2022