BENDAGGIO TRADIZIONALE E VIBROTERAPIA NEL TRATTAMENTO DEL LINFEDEMA, UNO STUDIO CASO CONTROLLO RANDOMIZZATO

Introduzione

Il linfedema è un edema ad alto contenuto proteico che nasce dalla sproporzione tra quantità di linfa e capacità di drenaggio da parte della rete linfatica, a causa della riduzione della sua capacità di trasporto o per suo sovraccarico.

La International Society of Limphology suggerisce una fase d’attacco con sedute consecutive di linfodrenaggio e bendaggio multistrato, una fase successiva di mantenimento per il consolidamento dei risultati, ed infine una fase di risposo nell’attesa di un nuovo ciclo intensivo.

L’elevata incidenza della patologia e il suo carattere di cronicità hanno portato alla nostra attenzione la possibilità di un approccio integrato che associ al tradizionale bendaggio multistrato, la terapia vibratoria con frequenza di 100 hz.

La terapia vibratoria che utilizza onde meccano-sonore selettive permette infatti di attivare i recettori cutanei facilitando in via riflessa la formazione di un maggior gradiente pressorio facilitante la frammentazione dell’organizzazione dell’edema linfatico.

Materiali e metodi.

È stato incluso nello studio un campione di 41 pazienti affette da linfedema secondario di stadio II-III all’arto superiore, in esiti di linfadenectomia ascellare in neoplasia mammaria.
Le pazienti sono state randomizzate in due gruppi:

  • gruppo A (21 sogget- ti), trattato con vibroterapia (applicazione locale di terapia vibratoria per 20 minuti a 100 hz), linfodrenaggio manuale e bendaggio multistrato decompressivo tradizionale in 10 sedute e successivamente guaina elastocompressiva diurna nella fase di mantenimento;
  • gruppo B (20 soggetti) trattato con linfodrenaggio manuale e bendaggio elastocompressivo.

Le pazienti sono state valutate all’inizio (T0), al termine del trattamento (T1), e al follow up ad un mese (T2) e a tre mesi dalla fine del trattamento (T3).

I parametri valutati sono stati: misure circometriche dell’arto edematoso a confronto con le misure dell’arto controlaterale (delta), il dolore con la Visual Analogic Scale (VAS) e la qualità di vita con il questionario Ricci-ICF.

Risultati

L’analisi dei dati, per entrambi i gruppi di trattamento, ha evidenziato una riduzione del volume del linfedema alle misure circometriche ed un miglioramento dei punteggi della VAS e del questionario Ricci-ICF.

Il gruppo A nel confronto dei dati tra T3 e T1 e tra T2 e T1 ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo al termine del ciclo intensivo, che si è mantenuto alle valutazioni di follow-up.
Il gruppo B ha mostrato un minor mantenimento del risultato ottenuto con il trattamento intensivo al confronto tra i dati rilevati in T3 rispetto a T1.

Conclusioni

La Letteratura ha evidenziato che l’elastocompressione abbinata al linfodrenaggio manuale ha un ruolo significativo nel trattamento del linfedema.

L’utilizzo della terapia vibratoria associata al tradizionale linfodrenaggio manuale e bendaggio elastocompressivo sembra evidenziare una migliore efficacia nel trattamento di questa patologia, soprattutto nella fase di follow-up.
Questi positivi seppur preliminari risultati confermano l’efficacia di questa innovativa proposta riabilitativa per il controllo del linfedema cronico dopo chirurgia oncologica.

Lia Zanetti – Niki Ragazzo – Elisa Spagnolo – Irene Maghini – Stefano Masiero

UOC Riabilitazione Ortopedica, Azienda Ospedaliera di Padova, Pa- dova, Italia – Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli Studi di Padova, Padova, Italia

Bibliografia

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Pubblicato il: 26 Luglio 2021